lunedì, ottobre 17, 2011

Stavo organizzando...il mio funerale: chi viene?

Pensieri cupi? Visione deformata della vita? No. Preferirei definirla l'ennesima stravaganza.
Penso di aver visto un sacco di cose per cui vale la pena lasciare che gli altri facciano al posto nostro, come wedding planner, pr per compleanni e organizzatori di feste. Bello. Davvero meraviglioso. Ma poi, se scarti la sopresa e scopri che non ti piace, che fai? Rifai il matrimonio la settimana successiva? Sarò il solito nostalgico, ma preferisco la vecchia scuola. Le cose me le sbrigo da solo. Il funerale poi è proprio la cosa a cui devono pensare i parenti distrutti dal dolore di una perdita. Quindi si rischia che venga una porcata per la fretta e per lo stile.

L'idea mi ha fulminato mentre sorseggiavo una birra in un postaccio di Milano, non potendo fare a meno di notare le code per andare al bagno, le code per avere da bere, le code per uscire dal locale, le code per fumare e le code per mettersi in coda a fare la coda. Dovendo fare almeno due di queste cose, ho preso per un braccio il mio compagno di merende e l'ho trascinato fuori dicendogli: "Le code sono per i perdenti, noi siamo immortali". Non vi nascondo la strana espressione sul suo viso: "Bob è già ubriaco.." stava pensando. Invece no. Non ancora almeno. "Caro mio, sai bene che non sono come loro! Il mio corpo è destinato alla polvere, ma la mia anima è immortale..quindi sono invincibile e posso vivere due volte". Così ho cominciato a pensare al giorno in cui dovrò lasciare questo mondo. E qui inizia il mio racconto.

I ragazzi ascoltavano come se fossero al capezzale di un moribondo. Questo era perfetto: avevo la loro più totale attenzione e per giunta avevo più di una persona ad ascoltare le mie "ultime volontà". Non si sa mai, pensavo. "Amo con il cuore, vivo con le emozioni, respiro con lo spirito. Il mio corpo non sempre mi segue in tutto quello che voglio fare. Mi sembra legittimo, dopo la vita rock & roll che ha vissuto fino ad oggi, quindi non lo rimprovero. Ma la mia anima, quella che non ha pudore, quella che non nasconde il mio lato oscuro, quella che vibra anche quando non sono sveglio, è tutto. Sono io. E' Roby e Bob allo stesso modo. E' la vita che ho. E' la vita che vivrò. E' quello che nessuno si potrà mai prendere. Ora, chiarito questo, non mi resta che definire i particolari del giorno in cui dovrò traslocare da qui all'altro mondo. Pensate che figata: potrò parlare con Elvis Presley, Robert Capa, Stanlio e Ollio e tutti quelli che vivono lì. Magari faccio prima il giro dei parenti, come quando si va a trovarli di domenica. Un salto breve e indolore, sperando che l'eternità non serva ad averceli appiccicati per sempre. Per giunta il libro dell'apocalisse di Giovanni parla di una città: spero che almeno lì non ci siano le code e la birra non sia piena del gas della spina. Ma non perdiamoci in chiacchere, quello che vorrò fare saranno fatti miei. Veniamo al dunque.
Vorrei entrare in chiesa sulle prime note di Clubbed to death, quando il prete attacca con la predica lasciate pure la base con il beat. Se non riuscirete ad ascoltare quello che avrà da dirvi, non avrà importanza. Godetevi il brano. Mi piacerebbe avere Carlo Lucarelli come lettore. Qui dovreste invece cogliere ogni parola. Sarebbe uno dei pochi in grado di raccontare come ho vissuto. Fate in modo che la bara esca dalla chiesa accompagnata dal giro finale di pianoforte. Già, sono uno strappalacrime.
Il corteo però non dovrà avere musi lunghi ne gente che frigna come se fossimo in un asilo. Mica vi saluta uno qualunque. E non ditemi che vi sarà bastato un giro di pianoforte per prendere in mano i fazzoletti.
Portate la bara fino al cimitero facendo suonare "Ectsasy of Gold" del grande Maestro Morricone. Non badate a spese per l'amplificazione. Dovrà suonare come se non ci fosse un domani. Non prendete iniziative personali tipo carrozze con cavalli bianchi. Quelle bestie cagano in continuazione e non vorrei che marcassero il percorso a modo loro. Attenetevi solo a quanto dico.
A questo punto buttate pure la mia bara sotto due freddi metri di terra. Ma non perdetevi l'atto finale. Non voglio monumenti funebri esagerati. Anzi non ne vorrei proprio. Mi piacerebbe una lapide chiara che riporti a chiari caratteri il mio nome e le date di nascita e di trasloco. Le foto che si vedono nei cimiteri sono tristi e non raccontano nulla sulla personalità di chi c'è sdraiato sotto. Mettete una mia foto girato di spalle e fate scolpire al di sotto la scritta: "Cazzo guardi? Ti sto solo aspettando". Chiunque passerà di là saprà chi ero, chi sono e cosa lo aspetta. Se sarà sveglio gli strapperò un sorriso, se sarà snob prenderà la cosa come una mancanza di rispetto, se sarà tradizionale si lamenterà con il personale del cimitero perchè sono di fianco ad un suo parente disonorandone la memoria. Se passerà qualcuno che in questa vita mi ha conosciuto, capirà che Bob ha fregato tutti un'altra volta, sciogliendo le corde che lo vogliono legato a convenzioni che non ha mai riconosciuto. Chiunque passerà di là noterà una grande differenza rispetto a qualsiasi altra tomba del mondo e questo gli susciterà qualcosa. Nel bene e nel male sono e resterò lo stesso. Non sarà la morte a fermarmi. Quel giorno sarò occupato a bere una birra con Dante Alighieri e Jim Morrison, quindi curate voi la riuscita di tutto. E fate in modo che sia biblico, mi fido di voi. Come già detto, vi aspetto di là, quindi niente scherzi. Quello che farete una volta concluso il funerale non mi interessa. Sono fatti vostri, io vi ho accompagnato fino a dove ho potuto."

Non provate a fregarvi l'idea, non avreste lo stile per fare una cosa del genere. Verrebbe una cosa pacchiana e di pessimo gusto. Di Bob ce ne è uno solo. Il suo funerale lo potrete solo vedere, non potrete esserne i protagonisti. Perchè come diceva uno che si è già trasferito di là: quando si muore di muore soli.